New life in the Land of Chocolate. Un sottotitolo un po' ironico per un sito (blog) nuovo di zecca pronto a raccontare qualcosa della mia nuova avventura in der Zentralschweiz.

Lascio ai posteri internauti il mio precedente blog così com'è. Senza aggiungere alcunchè.

Requiescat in pacem

Anche perchè nell'ultimo periodo aveva(o) l'encefalogramma piatto.

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New life in the Land of Chocolate. An ironic subtitle describing a new site (prevalently blog) ready to describe and tell something concerning my new adventure in der Zentralschweiz.

I leave my previous blog to the future web-internauts as it is. No more posts will be added.

Requiescat in pacem

Especially because during the last period it(I) had flat encephalogram

mercoledì 28 settembre 2011

Comparazione numero 1: il mondo del lavoro

Prima di tutto il background: il World Economic Forum stila ogni anno una classifica della competitività delle nazioni. Qui trovate la lista dell'anno 2011-2012. La Svizzera si trova al 1° posto, mentre l'Italia è al 43° (e incredibile, il suo trend è positivo).

Questo è quanto afferma il WEF della Svizzera:

"Switzerland retains its 1st place position again this year as a result of its continuing strong performance across the board. The country’s most notable strengths are related to innovation, technological readiness, and labor market efficiency, where it tops the GCI rankings. Switzerland’s scientific research institutions are among the world’s best, and the strong collaboration between its academic and business sectors, combined with high company spending on R&D, ensures that much of this research is translated into marketable products and processes that are reinforced by strong intellectual property protection. This robust innovative capacity is captured by its high rate of patenting, for which Switzerland ranks 7th worldwide. Productivity is further enhanced by a business sector and a population that are proactive at adapting latest technologies, as well as by labor markets that balance employee protection with the interests of employers. Moreover, public institutions in Switzerland are among the most effective and transparent in the world (7th). Governance structures ensure a level playing field, enhancing business confidence; these include an independent judiciary, a strong rule of law, and a highly accountable public sector. Competitiveness is also buttressed by excellent infrastructure (5th), well-functioning goods markets (5th), and highly developed financial markets (7th), which benefit from a sounder banking sector than seen in last year’s assessment. Finally, Switzerland’s macroeconomic environment is among the most stable in the world (11th) at a time when many neighboring economies continue to struggle in this area. While Switzerland demonstrates many competitive strengths, maintaining its innovative capacity will require boosting the university enrollment rate of 49.4 percent, which continues to lag behind that of many other high-innovation countries. "


Sembra il Bengodi! Ed effettivamente lo è! Ieri ho passato due ore ad un corso di aggiornamento sui processi aziendali e, rispetto alle varie riunioni a cui ho partecipato in Italia, ho trovato due differeneze macroscopiche:
  1. Il capo di Ingegneria (un passo sotto al CEO) era presente come tutti noi a seguire un corso che "è importante per mantenere alto il livello di qualità del nostro prodotto e per continuare a competere nel mercato". In Italia ho vissuto due tipologie di riunioni assimilabili a questa. Nelle aziende produttive, tali persone non si sarebbero mai sognate di presentarsi. Ed in effetti non le ho mai viste. Tra l'altro non ho mai parteciapto neanche a riunioni su i processi aziendali. Nella mia ex azienda invece, tali riunioni erano periodiche. L'obiettivo non era analizzare e informare i dipendenti di sopravvenuti cambi nei processi aziendali (anche perchè non ve ne sono), ma bensì riunioni apologetiche ed esaltanti le doti del manager di turno.
  2. Il messaggio finale del mio nuovo capo si può tradurre in queste semplici parole: "siamo un'azienda presente in un mercato competitivo, abbiamo tutte le carte in regola per continuare a vivere. Il nostro prodotto è scelto sul mercato perchè di alta qualità e la sua eccellenza è basata su un continuo miglioramento che non è imposto ad alto livello, ma dal basso. Dall'impegno e dalla professionalità di ogni singolo lavoratore. Continuiamo così, miglioramoci sempre di più così da raggiungere gli obiettivi annuali preventivati in modo tale che anche l'azienda possa gratificarvi". Bene. Utilizzando sempre le due aziende di riferimento: la prima, vista la situazione industriale dell'Italia tutta avrebbe detto: "Siamo in un periodo complesso e difficile. Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche, fare sacrifici e stringere la cinghia." (Salvo poi nominare nuovi dirigenti e dare promozioni a pioggia agli alti livelli del management). Ah! Piccola parentesi: se adesso tra me ed il CEO ci sono quattro steps (compreso il CEO), nell'azienda italiana ve ne sono almeno sette. Le parole nell'altra azienda invece sarebbero (e sono ancora, lo so per certo): "Quest anno non abbiamo raggiunto l'obiettivo prefissatoci di un punto percentuale, ma il nostro dipartimento ha stracciato tutti aumentando il fatturato del x%. Un buonissimo risultato anche perchè maturato in un momento di crisi economica generale. Quindi dobbiamo essere felici delle nostre performance". Abbastanza simile al discorso iniziale. Peccato però che il dipendente di tale incredibile incremento di fatturato (a cui ha partecipato attivamente attraverso il proprio lavoro quotidiano) non riceverà nessun premio.

E adesso ecco l'Italia:


"Italy moves up by five places to 43rd position this year, although it remains the lowest-ranked of the G-7 countries. Italy continues to do well in more complex areas measured by the GCI, particularly the sophistica-tion of its businesses, where it is ranked 26th, producing goods high on the value chain with one of the world’s best business clusters (2nd). Italy also benefits from its large market size—the 9th largest in the world—which allows for significant economies of scale. However, Italy’s overall competitiveness performance continues to be hampered by some critical structural weaknesses in its economy. Its labor market remains extremely rigid, ranked 123rd for its labor market efficiency, hindering employment creation. Financial markets are not sufficiently developed to provide needed finance for business development (97th). Other institutional weaknesses include high levels of corruption and organized crime and a perceived lack of independence within the judicial system, which increase business costs and undermine investor confidence—Italy is ranked 88th overall for its institutional environment."

Strano: non mi pare di aver sentito qualche telegiornale nazionale utilizzare queste frasi per descrivere il sempre più rilevante problema economico che attanaglia il paese.

Dopo questo piccolo riassunto economico fatto da persone altamente più competenti di mepasso al confronto. Ormai è un mese che sono qua, la mia esperienza non è rilevante, ma alcune considerazioni le posso già fare:

La Svizzera è competitiva anche perchè si lavora di più sia qualitativamente che quantitativamente. La settimana lavorativa è di 42 ore (invece che 40), i giorni di ferie sono 22 (al posto dei circa 33 - ferie più permessi- che avevo in Italia) e l'azienda svizzera (in confronto a quella italiana) è fortemente sotto organico. Questo comporta che il prodotto viene sviluppato da meno persone (sempre rispetto all'Italia) portando quindi ad un maggior margine oppure ad un prezzo competitivo. La mancanza di tempo nel fare le attività porta consegentemente ad una ottimizzazione dei processi aziendali (più efficiente il processo = meno tempo perso) ed a una forte spinta alla modernizzazione delle attività (attraverso tecniche e/o tecnologie innovative). A prima vista l'aumento di ore lavorate a settimana e la diminuzione dei giorni di ferie dovrebbe essere un fattore negativa. Ed oggettivamente lo è. Ma la Svizzera ha ovviato a questo incremento dei giorni lavorativi, rendendo il più flessibile possibile il lavoro. Le 42 ore settimanali sono fittizie. In generale il lavoratore è obbligato (e non si sgarra) ad essere presente in ufficio (se non in ferie) dalle 8 alle 11:30 e dalle 13:30 alle 16. Il resto delle ore le può gestire come vuole nell'arco dell'anno. L'importante è che non superi in negativo le -90 ore totali ed in positivo le 240. Quindi i permessi di poche ore che in generale il lavoratore deve richiedere in Italia non sono richiesti in Svizzera. Inoltre i giorni di ferie sono 22, ma ci sono i cosiddetti giorni di compensazione (Compensation days) che aggiungono altri 5 giorni e mezzo in cui l'azienda è chiusa e tu sei in vacanza. :)
Naturalmente tutti questi giorni li devi lavorare in anticipo oppure rimettere dopo che li hai presi lavorando ore extra. :(

Tuttavia devo ammettere che l'ambiente di lavoro, l'approccio innovativo alle attività, l'atmosfera di forte collaborazione all'interno dell'azienda fanno sì che le ore di lavoro passano velocemente e (per adesso) senza creare stanchezza. 


2 commenti:

  1. quando si sta bene a lavorare (e non si hanno altri impegni di famiglia) il lavoro non pesa, anzi.
    E' buona poi la questione della estrema flessibilità da gestire in autonomia, pur con un orario obbligatorio. In questo mi ci trovo bene anch'io e non so se saprei più rinunciarci.
    Per quanto riguarda i pochi giorni di ferie ... ecco questo francamente mi metterebbe un po' in crisi .... ma esiste il part time in svizzerland?

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  2. Certo che esiste il part time. Il mio contratto è uno dei tanti..

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