Lasciavo inoltre un gruppo di colleghi ed amici che, così mi dicevo, avrei fatto di tutto per non perderne il contatto. Lasciavo inoltre una bellissima città, spesso negativamente pregiudicata. Una città viva e sfaccettata al di sotto della sua livrea. Una città cafona (o truzza, o tamarra o zarra - è l'unica città in cui ho trovato così tanti termini per indicare una tipologia di persona), indifferente, ipocrita, ma anche generosa, piena di forza collettiva pronta ad esplodere alla prima scintilla. Lasciavo i concerti gratuiti in centro, le maifestazioni No TAV ogni settimana, i banchetti di FLI della Lega, del PD a dell'Idv in Piazza Castello; i giovani fascistelli di quattordi anni tutti di nero vestiti e rasati; le camminate estive di giorno per montagne e di notte per la città silenziosa.
E adesso, sono passati sei mesi da quel giorno. Lentamente alcuni ponti tra il passato ed il presente si sono sgretolati facendo risaltare quelli ancora intatti. Nuove fondamenta sono state costruite per generarne di nuovi, pronti ad assolvere il loro scopo in caso di necessità. Nuovi sentieri verranno percorsi e diventeranno presto abitudini che nasconderanno le vecchie.
ma ragazzi venire in svizzera non è come venire a torino!!! a noi ci hai penalizzati davvero! ripensaci! ;-)
RispondiEliminalo so che non risulto convincente, ma la Svizzera è molto più vicina di Torino! ;-)
RispondiElimina(però Torino mi manca ogni tanto)
anche a me manca Torino, mi mancano tutte le cose che non ho ancora visto di quella città emi manca la luca del pomeriggio in quella casa
RispondiEliminaTi assicuro che la luce di Torino è ben minima cosa rispetto a quella di questa casa.
RispondiEliminaFidati.
mi stuzzichi ....
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